BRESCIA


Brescia (Brèsa o Brèha in bresciano) è una città di 190.000 abitanti dell'Italia settentrionale, capoluogo dell'omonima provincia lombarda e secondo centro della regione per abitanti. è anche conosciuta come la Leonessa d'Italia, secondo l'appellativo attribuitole da Giosuè Carducci.
La città è ubicata allo sbocco della Val Trompia, ai piedi del Monte Maddalena (874 m) e del Colle Cidneo, sul quale si trova il Castello di Brescia.
Le origini di Brescia possono essere rintraciate all'età del Bronzo, anche se la sua importanza si sviluppò nel momento in cui divenne la capitale dei Galli Cenomani, nota come Brixia, intorno al IV secolo a.c.
Dal 187 a.c. i romani ne governarono l'area, ma fu solo nel 49 a.c. con Giulio Cesare che la città ottenne la cittadinanza romana.
Ne seguì un lungo periodo di pace e prosperità economica così come di splendore culturale, nel quale Brescia divenne il centro principale dell'area Cisalpina e del nord Italia accrescendo la sua importanza come centro commerciale e manifatturiero anche grazie alla sua economia basata sull'agricoltura e sulle miniere di ferro. Fu così che, nel 27 a.c. l'imperatore Augusto conferì alla città il titolo di Colonia Civica Augustea.
Alla caduta dell'Impero Romano la città soffrì le invasioni barbariche con gli Eruli, gli Ostrogoti e i Bizantini.
Per due secoli la città fu poi sotto la dominazione Longobarda e fu considerata il luogo centrale dei ducati Lombardi. Importanti luoghi di culto e civili furono costruiti, come il complesso di San Salvatore e Santa Giulia.
Ne segui la dominazione dei Franchi e di Carlo Magno che durò sino all'anno 888. Da allora la città entrò in un periodo di decadimento di cui non esiste documentazione storica.
Tra i secoli XII e XIII, Brescia divenne un libero comune che poi fu di fazione Guelfa tra le due città Ghibelline di Bergamo e Cremona.
Intimidita dal potere del Barbarossa Brescia si associa alla Lega Lombarda. Questi furono secoli di notevole importanza architettonica per la citta; fu infatti costruito una nuova parte delle mura, il Duomo Vecchio e il Broletto.
Tra il XIV e il XV secolo, durante il periodo delle Signorie, la città fu sotto la dominazione di potenti famiglie nobili come gli Angioini, i Visconti e i Malatesta.
Nel 1426 Brescia divenne parte della Repubblica di Venezia sino (con alcune interruzioni) al 1796. Questo fu un periodo nel quale la città conobbe nuovamente splendore economico, culturale e architettonico: furono costruiti molti palazzi e chiese, nuove mura di difesa e la bellissima Piazza della Loggia.
Essendo una regione favorevole al transito, verso la fine del XVII secolo la città venne invasa da truppe straniere portando nuovi sentimenti di insicurezza prima e di ribellione poi da parte dei cittadini nei confronti della città di Venezia. Fu così che Brescia divenne facile preda delle truppe Napoleoniche divenendo poi parte della Repubblica Cisalpinica nel 1797.
Fù poi la volta dell'Austria che incorporò la città nel proprio territorio sino al 1858, quando poi la città venne annessa al Regno d'Italia dopo un importante battaglia di resistenza, la famosa battaglia dei 10 giorni, con la quale la città si valse il titolo di Leonessa d'Italia.
Da allora in poi la storia della città segue le sorti dell'Italia intera.







  Informazioni utili

La moneta è l'EURO.

Stazione
La stazione di Brescia è situata proprio nei pressi del centro storico, che è raggiungibile con una breve passeggiata.

Mappe
Mappa della città
Mappa stilizzata degli autobus cittadini

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Da non perdere...

Il Castello


  Il Castello

Il Castello è posto in cima al Colle Cidneo, in posizione panoramica sulla città. In questo luogo si insediarono i primi abitanti della città e successivamente i Romani costruirono un enorme tempio. È uno dei complessi fortificati più importanti d'Italia e fu costruito in varie epoche a partire dal XII secolo fino all'epoca veneziana.
È una vera e propria cittadella fortificata, con torri, baluardi, edifici, cortili, ponti levatoi, e sotterranei. Attorno al nucleo medievale, composto dalla torre Mirabella, dal Mastio visconteo e dal ponte levatoio, la Repubblica Veneta realizzò alla fine del Quattrocento i tre possenti torrioni circolari adatti a resistere alla forza delle prime artiglierie. Tra Cinque e Seicento furono poi realizzati sul perimetro esterno tre imponenti bastioni con mura di controscarpa e strade coperte.
Ospita il Museo delle Armi Antiche ed il Museo del Risorgimento. Da vedere anche i giardini, che d'estate si trasformano in un punto di ritrovo molto amato dai bresciani.

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  Piazza della Loggia

La piazza, splendido complesso rinascimentale, fu progettata nel 1433, voluta dal podestà Marco Foscari per dare alla nobiltà bresciana un nuovo luogo di ritrovo. La piazza divenne il centro della vita politica ed economica della città. Fu completata solo un secolo più tardi. Via via furono costruiti la Loggia, il Monte Vecchio, il Monte Nuovo di Pietà ed i portici con la Torre dell'orologio.
In questa piazza il 28 maggio 1974 si è consumata la drammatica Strage di Piazza Loggia.
Palazzo della Loggia: la costruzione dell'imponente palazzo pubblico, iniziata nel 1492, proseguì con alterne vicende sino al 1570 circa con la soprintendenza di numerosi architetti: Gasparo da Coirano, Palladio, Beretta e Sansovino. Gli interni, un tempo decorati da tre grandi tele del Tiziano, furono distrutti da un furioso incendio nel 1575. La cupola a carena di nave fu distrutta anch'essa nello stesso rogo e solo nel 1915 si decise di ricostruirla in piombo sul modello di quella originale. Da notare è la ricca decorazione scultorea che adorna il palazzo.
Oggi è sede del Comune.
Il Monte Vecchio di Pietà: è il più antico edificio nella piazza in tipico stile rinascimentale veneziano, fu completato nel 1489. è decorato con antiche lapidi romane trovate durante scavi fatti per la costruzione della piazza e sistemate nella facciata per volontà del governo cittadino di quel tempo.
La Torre dell'Orologio: sorge di fronte alla Loggia, al centro di un elegante porticato veneziano. Questa torre del Quattrocento ospita un prezioso orologio astronomico meccanico del 1544, laminato in oro, che raffigura il sole ed i segni zodiacali. In cima alla torre si vedono due statue detti "i macc dè lé ure" (i matti delle ore), che battono le ore sulla campana.

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Piazza della Loggia


Piazza Paolo VI


  Piazza Paolo VI

Nella Piazza Paolo VI (storicamente Piazza Duomo) si trovano:
Il Duomo Vecchio o Rotonda: l'edificio romanico, realizzato dai maestri comacini alla fine dell'XI secolo sui resti dell'antica basilica hiemale (invernale, dal latino hieme=inverno) di Santa Maria Maggiore del VI - VII secolo, distrutta probabilmente nell'incendio del 1097, è noto anche come Rotonda per la sua caratteristica pianta circolare che rappresenta una straordinaria eccezione nel panorama delle cattedrali medievali tradizionalmente di impianto basilicale a tre navate.
L'austera semplicità della muratura viene alleggerita da sottili lesene che scompartiscono il tamburo superiore, dal fregio di archetti in cotto nel sottotetto, da profonde nicchie e dai tre lucernari ad occhio.
Il portale venne eretto nel 1708 dopo il crollo della torre campanaria di cui all'interno sono conservate le rampe di scale.
L'interno è composto da uno spazio centrale formato da otto pilastri che sostengono una cupola maestosa. La zona del presbiterio si trova in posizione sopraelevata e permette l'accesso alla Cappella delle Sante Croci e del Santissimo Sacramento. Dal livello inferiore si scende alla cripta di S. Filastro, costruita con materiali romani e bizantini della basilica precedente; qua fu deposto il corpo di Ludovico II ( re, imperatore e pronipote di Carlo Magno) poi trasportato solennemente a Milano in Sant'Ambrogio.
All'ingresso è posizionato il sarcofago (in marmo rosso di Verona) di Berardo Maggi.
Fra i tanti capolavori qui conservati si segnalano opere del Moretto tra cui l'Assunta, gli evangelisti Luca e Marco, la Cena dell'agnello pasquale, Elia e l'Angelo; due tele del Romanino e una di Franco Maffei oltre agli affreschi duecenteschi che decorano la volta del presbiterio.
È dotato di un grandioso organo del 1536 realizzato da Gian Giacomo Antegnati. Custodisce il Tesoro delle SS. Croci e la Croce del Campo che un tempo veniva issata sul Carroccio.
Il Duomo Nuovo: la costruzione iniziò nel 1604 ma finì solo nel 1825 quando fu terminata la cupola. Data la lentezza della costruzione, lo stile di questa chiesa è tutt'altro che omogeneo: questo si nota già dalla maestosa facciata in marmo bianco di botticino, barocca nella parte inferiore e neoclassica sopra il portale. L'interno ha una pianta a croce greca con colonne e pilastri che sostengono la cupola alta 80 metri. La chiesa custodisce numerose sculture e dipinti dal Rinascimento in poi tra cui la rinascimentale arca di S.Apollonio.
Il Broletto: risale al 1223 la costruzione dell'edificio destinato ad accogliere le magistrature comunali e, nel grande salone, le adunanze pubbliche. E' dominato dalla Torre del Pégol che col suono delle sue campane chiamava a raccolta tutti i cittadini. Ciò che si vede oggi è il risultato di diversi edifici sovrapposti: la parte in pietra è più antica, mentre quella in cotto è posteriore. Il palazzo ingloba anche la facciata della precedente chiesa romanica di Sant'Agostino.
All'interno numerose testimonianze artistiche delle varie epoche: affreschi medievali nel sottotetto, tracce degli affreschi di Gentile da Fabriano nell'atrio della Prefettura, affreschi manieristici sullo scalone e nelle sale dell'Anagrafe.

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  Tempio Capitolino

Il tempio, costruito nel 74 a.C., rappresenta una delle emergenze architettoniche più significative del nord Italia. Una scalinata di marmo conduce alla facciata del tempio, formata da 6 colonne. Il tempio aveva all'interno 3 celle con pavimenti in marmo. Di particolare rarità sono le celle del primo santuario di epoca repubblicana (I sec. a.C.), con affreschi in stile pompeiano stupendamente conservati, e il lapidario collocato all'inizio dell'Ottocento nella cella centrale del tempio.
A lato si trova il teatro, costruito nel I sec a.C. e rinnovato nel II sec. Il teatro è appoggiato alla collina, alla maniera greca, e poteva ospitare fino a 15.000 spettatori.

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Tempio Capitolino


Museo di Santa Giulia


  Museo di Santa Giulia

Il Museo di Santa Giulia si trova in Via dei Musei lungo l'antico decumano massimo nel cuore della Brixia romana. È ospitato all'interno del monastero di Santa Giulia fatto erigere per volere di Re Desiderio nel 753, in epoca Longobarda. La zona sottostante al Museo è ricca di reperti archeologici di varie epoche, in maggioranza appartenenti a epoca romana, molto ben conservati e custoditi in una moderna struttura rispettosa dei reperti.
La visita al museo inizia nei sotterranei del monastero dove è proposta la storia dei primissimi insediamenti preistorici nel territorio bresciano, seguendone l'evoluzione fino a giungere all'epoca della conquista della zona da parte di Roma. Significativi sono i reperti artigianali Celtici che testimoniano la grande abilità manifatturiera delle popolazioni dell'epoca: sono visibili, tra gli altri, ottimi esemplari di braccialetti e monili di vario genere.
Successivamente si giunge alla sezione della dominazione romana. Qui è possibile ammirare testimonianze sia della vita pubblica che della vita privata tipici dell'epoca. Sotto Vespasiano, Brescia conobbe un notevole sviluppo con la costruzione del centro monumentale, tutt'ora esistente e visitabile, che attorno al foro comprendeva il Capitolium, la basilica ed il teatro. Sono presenti alcune ricostruzioni che mostrano come doveva presentarsi all'epoca il centro di Brescia. L'attrattiva principale del museo è costituita dalla statua della Vittoria Alata. Oltre alla vita pubblica è possibile vedere uno spaccato della vita privata dell'epoca grazie alle domus private ricche di mosaici ed affreschi. Spiccano tra le altre le domus dell'Ortaglia.
La sezione successiva illustra la vita all'epoca dell'arrivo delle popolazioni germaniche nel territorio bresciano. Goti, Longobardi e Carolingi modificarono in modo significativo il territorio di Brescia soprattutto con l'abbandono degli antichi edifici romani a favore di costruzioni in più povero legno e fango.
Reperti provenienti da edifici ormai scomparsi, introducono alla parte seguente che testimonia il periodo comunale. Principali attrattive sono gli affreschi provenienti dal Broletto, la statua di San Faustino a cavallo e la statua di Berardo Maggi proveniente dal convento di San Barnaba. Si giunge quindi alla chiesa di San Salvatore passando per l'antico refettorio del quattrocento.
Al piano superiore si trovano le sezioni riguardanti le arti applicate raggruppate secondo modelli abitativi e collezioni. Da rilevare la ricomposizione del ciclo di affreschi realizzati dal Moretto su commissione del Vescovo Mattia Ugoni.
Infine si giunge all'edificio di Santa Maria in Solario dove sono in mostra i tesori provenienti dal tesoro del monastero tra cui spiccano la Lipsanoteca in avorio e la croce lignea di re Desiderio che è interamente ricoperta di preziosi cammei, oro e argento.
Il museo ospita regolarmente grandi mostre d'arte.
Info prezzi e orari: visita il sito web della Museo di Santa Giulia (italiano, inglese, tedesco, francese e spagnolo).

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  Teatro Grande

Il Teatro Grande sorge sul luogo di un primo teatro pubblico, costruito intorno al 1664. Esso, a sua volta, si era sviluppato sull'area concessa, nel 1643 dalla Repubblica di Venezia all'Accademia degli Erranti che vi edificò la propria sede ad opera degli architetti Avanzo. La costruzione era inizialmente delimitata dalle mura meridionali della cittadella. L'Accademia riuniva la nobiltà cittadina in varie attività di esercizio equestre e di scherma, matematica, morale e ballo. Il palazzo era composto da una vasta sala superiore, raggiunta da un maestoso scalone, e da un portico al pian terreno. Il porticato circondava un'area che gli accademici utilizzavano come maneggio, poi adattata a teatro con due interventi, nel 1664 e nel 1710.
Il teatro del 1664 venne rifatto nel 1735-39 dall'architetto Manfredi, con la collaborazione di Antonio Righini e Antonio Cugini, due noti scenografi ed architetti teatrali. Nel 1745 al portale seicentesco vennero aggiunte due aperture minori, che conducono ad una scalinata ed all'atrio. Nel 1760-69 venne aggiunto un ridotto, quale sala accademica degli Erranti, in stile rococò, realizzato dall'architetto Marchetti e affrescato dal Battaglioli, dal Giugno e dallo Scalvini. La copertura è arricchita da un vasto affresco del veneziano Francesco Zugno, con figure allegoriche celebrative delle Arti e delle Scienze. Dal ridottosi accede alla sede della 'Reggenza' dell'Accademia, oggi caffetteria, affrescata nel 1787 dal Tellaroli, ed ancora ad una saletta affrescata nel 1811 dal Teosa, con raffigurazioni allusive al gioco d'azzardo, che vi si praticava. Nel 1780 venne aggiunto un nuovo porticato, realizzato dagli architetti Vigliani e Turbini. Nel 1789, lo stesso Turbini ridisegnò la facciata conservando, della preesistente opera seicentesca, tre finestroni sul fronte verso corso Zanardelli.
Nel 1806 l'architetto Luigi Canonica, il maggiore progettista teatrale dell'epoca, ricostruì la sala "a ferro di cavallo", con cinque ordini di palchi, i due superiori trasformati nel 1904 in galleria e loggione. La vecchia sala del 1735, venne demolita nel 1809 e sostituita dalla nuova, inaugurata nel 1810, con un grande spettacolo operisitico musicato per l'occasione dal Mayr. La decorazione, opera del Teosa, rappresentava una allegoria delle vittorie di Napoleone, dipinte dal Vantini, mentre il palco reale venne ornato di una sovraporta con una allegoria della Notte (ancora esistente).
Nel 1862 lo scenografo parmigiano Magnani disegnò una nuova decorazione della sala, con fastosi ornati neobarocchi, mentre la volta veniva affrescata dal pittore Campini. Ridisegnò la Sala delle Statue, alla sommità della scalinata che sale dall'atrio, successivamente arricchite con i busti del commediografo bresciano Rovetta e di Giuseppe Verdi.
Nel 1894 il ridotto venne ritoccato dal Tagliaferri, che 'rifece l'antico', come usava all'epoca: egli aggiunse specchiere, putti in gesso opera del Gusneri e statue affrescate opera dello Schermini.
Nel 1914 l'atrio venne decorato dal pittore bresciano Cresseri con due grandi affreschi monocromi dedicati alla Tragedia ed alla Commedia.
Info sulla stagione teatrale: visita il sito web del Teatro Grande (italiano).

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Teatro Grande


Piazza della Vittoria


  Piazza della Vittoria

La Piazza della Vittoria è un complesso urbanistico ed architettonico realizzato negli anni '30 del XX secolo che si ispira a quella parte del razionalismo in architettura di ispirazione fascista tipica del Piacentini. Per realizzare la piazza venne demolita un'intera area del medievale quartiere Carmine, che al tempo si estendeva fin lì (e che in precedenza era posizione della Curia ducis, sede di re Longobardi e luogo dove soggiornò l'Imperatore del Sacro Romano Impero), privando il centro storico, a parere di molti, di gran parte del suo sapore antico e caratteristico. In compenso, si costruì una nuova grande piazza in alternativa a Piazza Loggia e a Piazza Paolo VI.
Qui furono edificati i nuovi edifici che attualmente ospitano, tra l'altro, la sede centrale delle Poste e il parcheggio sotterraneo.

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  Chiesa dei Santi Faustino e Giovita

Il tempio, dedicato ai santi patroni cittadini, è centro di una particolare devozione da parte della cittadinanza che affolla la tradizionale fiera del 15 febbraio e le celebrazioni religiose.
Nell'abside si segnalano gli affreschi realizzati da Giandomenico Tiepolo.
Merita una deviazione l'annesso chiostro, oggi sede dell'Università Statale, recentemente restaurato.

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Chiesa dei Santi Faustino e Giovita


Piazzale Arnaldo


  Piazzale Arnaldo

L'ottocentesca piazza dedicata all'illustre frate bresciano Arnaldo fu realizzata con un intervento urbanistico che abbinò il carattere di "pubblica utilità" a quello della "magnificenza".
Il vasto piazzale e il lungo edificio porticato adiacente traggono origine dalla necessità di trasferire il mercato dei grani un tempo ubicato in piazza della Loggia e poi in via San Faustino. Il deposito delle granaglie fu inaugurato nel 1823 e comprendeva dodici magazzini sotterranei con altrettanti locali superiori per un'estensione di 111 metri. È considerato una delle opere più significative del neoclassicismo bresciano con il solenne prospetto ad archi bugnati comprendente alle estremità due fontane.
A chiusura della piazza, verso est, al nuovo granarolo si aggiunsero i caselli daziari pure porticati.
Nel 1882 si inaugurò il monumento ad Arnaldo, il frate bresciano vissuto nel XII secolo, che si oppose alla chiesa feudale e mondana e fu quindi perseguitato e ucciso come eretico.

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  1000MIGLIA

La Mille Miglia è stata una corsa di lunga distanza, effettuata su strade aperte al traffico che si disputò in Italia per ventiquattro volte dal 1927 al 1957 (13 edizioni prima della seconda guerra mondiale e 11 dopo il 1947).
La corsa venne ideata come gara unica (non a tappe) e organizzata dai conti Aymo Maggi con l'aiuto di Renzo Castagneto dotato di ottime capacità organizzative, in risposta alla mancata assegnazione a Brescia, loro città natale, del Gran Premio d'Italia; tutto ciò insieme a Franco Mazzotti primo finanziatore.
Fu scelto un percorso a forma di "otto" da Brescia a Roma e ritorno, su una distanza di circa 1.600 km (corrispondenti a circa mille miglia, da cui il nome). Solo dopo la fine della prima Mille Miglia si decise, visto l'enorme successo, di ripetere la prova negli anni a venire.
Nelle successive edizioni il tracciato fu modificato per tredici volte. La prima edizione partì il 26 marzo 1927, con la partecipazione di settantasette equipaggi, due soli dei quali stranieri (al volante delle piccole Peugeot 5 HP spider). Ventidue vetture furono costrette al ritiro e cinquantacinque portarono a termine la corsa. I vincitori - Ferdinando Minoia e Giuseppe Morandi - a bordo di una OM, completarono il percorso in 21 ore, 4 minuti, 48 secondi e 1/5 alla media di Kmh 77,238.
La corsa fu interrotta nel 1940 a causa della partecipazione dell'Italia alla seconda guerra mondiale. La corsa riprese alle 14.00 del 21 giugno 1947 con la vittoria di Biondetti in coppia con Romano sulla poderosa e potentissima "Alfa Romeo 8C 2900B aspirato berlinetta Touring" in 16 ore 16 minuti e 39 secondi. Ma il record assoluto se lo aggiudicò il famoso pilota inglese Stirling Moss che nel 1955 percorse i 1600 km in 10 ore e 8 minuti, al volante di una Mercedes-Benz 300 SLR numero 722. Si narra che il suo navigatore Denis Jenkinson compì una ricognizione del percorso, annotandone le caratteristiche su un rotolo di carta lungo quattro metri e mezzo che usò per dirigere Moss durante la gara.
Nel 1957 un fatale incidente avvenuto sulla Goitese nei pressi di Guidizzolo (ma nel territorio comunale di Cavriana), in provincia di Mantova, e causato dallo scoppio di uno pneumatico, costò la vita al pilota spagnolo Alfonso de Portago, al navigatore americano Nelson, e ad undici spettatori (fra cui cinque bambini). La corsa venne definitivamente sospesa. A seguito dell'incidente Enzo Ferrari, costruttore della vettura coinvolta nell'incidente, subì un processo che durò alcuni anni dal quale uscì assolto.
L'Automobile Club di Brescia effettuò un tentativo per dare continuità alla corsa e nel 1958, nel 1959 e nel 1961, di fronte alla irremovibilità delle autorità che non concessero i nulla-osta necessari per le corse di velocità su strada, organizzò tre edizioni ancora denominate Mille Miglia ma disputate secondo una formula che prevedeva brevi tratti di velocità alternati a lunghe tratte di trasferimento da percorrere alla velocità media di 50 Kmh (con penalizzazione per gli eventuali ritardi).
Dal 1977 il nome Mille Miglia è stato ereditato dalla Mille Miglia Storica, una parata e gara di regolarità di auto d'epoca prodotte prima del 1957. La gara si svolge su un percorso Brescia - Roma e ritorno simile a quello originario, con partenza e arrivo nello stesso punto della città in cui avvenivano nella gara tradizionale (allora Viale Rebuffone, oggi Viale Venezia).

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1000MIGLIA


      Enrico Orizio - www.ericviaggi.altervista.org