MERIDA


Merida è la capitale e la città più grande di stato messicano dello Yucatán. Si trova nella parte nord-ovest dello stato, a circa 35 km dalla costa del Golfo del Messico. Ha una popolazione di oltre 700.000 abitanti.








  Informazioni utili

Per i cittadini italiani basta il passaporto in corso di validità. Ai cittadini italiani non occorre alcun visto per entrare in Messico. È sufficiente, per un soggiorno fino a 90 giorni, la carta turistica (tarjeta de turista) rilasciata senza difficoltà dal governo messicano (la si compila normalmente in aereo; chi viaggia via terra deve invece richiederla alla frontiera). I cittadini italiani che intendano trattenersi in Messico per un periodo superiore a 90 giorni possono richiedere un'estensione in loco per una permanenza massima complessiva di 180 giorni, che viene concessa a discrezione del funzionario preposto. Questo visto può essere richiesto prima della partenza presso un Consolato (di persona oppure per via postale). I viaggiatori di età inferiore a 18 anni non accompagnati da entrambi i genitori devono essere provvisti di una lettera autenticata firmata dalla madre e dal padre che permetta al minore di entrare in Messico da solo o con un solo genitore. In caso di genitori divorziati, è necessario anche un documento di custodia. Se uno o entrambi i genitori sono morti o se il minore ha un solo genitore legale, è richiesta una dichiarazione autenticata .
Per guidare è sufficiente la patente italiana.
La moneta è il nuovo Peso Messicano o Nuevo Peso che non è reperibile in Italia; può essere cambiata partendo da Dollari USA o EURO presso tutte le banche, nelle casas de cambio e nei principali hotel.

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Chichén Itzá


  Chichén Itzá

La ricchezza dello Yucatán è in parte dovuta ai numerosi pozzi naturali, alimentati dalle sorgenti sotterranee e dall'acqua piovana, che sono chiamati cenotes. Gli Spagnoli coniarono la parola cenote storpiando quella maya dzonot che significa appunto pozzo. Le antiche popolazioni usavano anche il termine chen e infatti Chichén Itzá può essere tradotta con sul ciglio del pozzo degli Itzá. E proprio qui si trova il più famoso Cenote dello Yucatán.
Nella storia della città è fondamentale la conquista, verso l'anno Mille, da parte della popolazione degli Itzá e la successiva influenza stilistica e culturale tolteca.
La capitale Chichén Itzá venne costruita con un mirabile connubio tra elementi maya e toltechi.
A dominare il centro cerimoniale di Chichén Itzá si erge El Castillo, la grande piramide maya-tolteca dedicata al re-eroe Kukulkán. Primo monumento costruito dalla tribù tolteca degli Itzá dopo il loro arrivo alla fine del X secolo, la piramide venne eretta inglobando un più antico edificio sacro maya ed elevando sulla sommità un tempio, al cui interno sono stati trovati un Chaac Mool e un trono a forma di giaguaro.
Di dimensioni gigantesche, con una base di 55 metri per lato ed un'altezza di 30 metri, El Castillo è la celebrazione in pietra del divino Kukulkán-Quetzalcóatl: le quattro scalinate hanno i parapetti ornati da lunghissimi serpenti piumati le cui fauci si aprono nel piazzale sottostante, mentre le colonne del tempio sono serpenti a sonagli la cui coda sostiene un architrave. Kukulkán fa la sua apparizione nei giorni degli equinozi (a Marzo e a Settembre) quando l'ombra delle nove terrazze si proietta sul muro nord-ovest creando l'immagine di un serpente che striscia lungo la piramide.
L'importanza dei calcoli astronomici è ribadita in tutto il monumento: le quattro scalinate che scandiscono la piramide contano ognuna 91 gradini per una somma totale di 364; se vi aggiungiamo l'unico gradino del tempio il conto finale è di 365, l'esatto numero dei giorni di un ciclo solare.
Come i raggi del sole, da El Castillo partono numerose "strade" maya in terra battuta o pavimentate a seconda dell'importanza - tra cui quella principale che conduce al Cenote Sacro, il grande pozzo dedicato ai sacrifici e alle offerte.
Le osservazioni astronomiche avvenivano dal Caracol, uno dei pochi edifici a pianta circolare del mondo maya e tolteco.
Perfetta unione tra architettura maya e architettura tolteca è il Tempio dei Guerrieri che sorge su una bassa piramide a quattro livelli. La gradinata centrale, ornata da teste di serpenti piumati, conduce al Tempio scandito a sua volta da colonne con l'immagine di Kukulkán-Quetzalcóatl.
Il gigantesco Campo per il Gioco della Pelota lascia lo spettatore stupefatto: la corte misura circa 170 metri di lunghezza e circa 50 metri di larghezza, mentre i muri laterali - verticali e ornati da una fascia a forma di serpente - sono alti quasi 8 metri; gli anelli sono fissati ad un'altezza di 7 metri e mezzo. Guardando quei bersagli così alti viene spontaneo chiedersi come i giocatori potessero lanciare la pesante palla di caucciù fino lassù senza usare le mani, colpendola soltanto con i gomiti, le ginocchia e i fianchi. La grande Pelota è uno dei nove campi esistenti a Chichén Itzá ed è il più grande di tutta la Mesoamerica.
Nell'area della cosiddetta Chichén Vecchia si sono conservate alcune splendide architetture maya - la Casa Rossa, il Complesso delle Monache, la Tomba del Gran Sacerdote - concepite per la maggior parte nella combinazione degli stili puuc-chenes.

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  Uxmal

Le fonti Maya fanno risalire la fondazione di Uxmal a circa la metà del VII secolo.
L'occupazione da parte degli Xiú, provenienti dall'altopiano messicano, avvenne nel X secolo. Al culto sacro del dio Chaac, i nuovi venuti aggiunsero il culto del serpente piumato Quetzacóatl, di Tlaloc, e i corrispondenti motivi simbolici che ritroviamo negli edifici.
Uxmal si trova in una zona caratterizzata da rilievi collinari, detti in lingua maya Puuc: tale termine darà il nome allo stile architettonico della regione, uno dei più ricchi di elementi decorativi. Proprio a Uxmal lo stile Puuc trova la sua massima espressione.
Tra gli edifici monumentali gli archeologi hanno individuato il grandioso Palazzo del Governatore, un Campo per il Gioco della Pelota nel quale sono stati trovati tre anelli di pietra che recano incisa la data dell'anno 649 d.C. e il Quadrilatero delle Monache.
Vi sono inoltre la Grande Piramide dell'Indovino, la superstite facciata del Quadrilatero del Palomar (La Colombaia) e numerosi altri palazzi, templi e complessi abitativi, in parte ancora nascosti sotto la vegetazione.

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Uxmal


Kabah


  Kabah

Kabah, il cui nome era iscritto nell'antico libro delle cronache Chilam Balam, era un importante centro maya collegato a Uxmal da un grande sacbé, una tradizionale strada bianca che passava attraverso un arco monumentale segnando l'accesso ai luoghi di culto.
Il complesso architettonico più spettacolare è certamente il Codz-Poop, un nome maya che significa "stuoia arrotolata" ed è probabilmente riferito al naso ricurvo del Dio della Pioggia, Chaac, che orna la facciata con 250 maschere, composte ognuna da trenta pietre intagliate. L'edificio in stile Puuc appare sovraccarico di decorazioni. L'esatta funzione del Codz-Poop non è del tutto chiara, anche se recentemente sono state scoperte nel retro del palazzo alcune statue di guerrieri e diversi glifi con simboli cosmologici. Sulla stessa piattaforma del Codz-Poop si trova il Palazzo (o Teocalli) costruito in puro stile Puuc. Nelle stesso stile venne eretto anche il Tempio delle Colonne.

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      Enrico Orizio - www.ericviaggi.altervista.org