OAXACA


Oaxaca (pronuncia uahàka) è il nome della capitale dello omonimo stato situato nel sud del Messico. Il suo nome completo è Oaxaca de Juárez, in onore dell'ex presidente e eroe nazionale Benito Juárez, originario della zona.
La città è localizzata nella valle di Oaxaca nella Sierra Madre del Sud. Nei pressi della città si trova l'importante sito archeologico di Monte Albán.
Il suo centro storico è stato dichiarato Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
Ha circa 260.000 abitanti.








  Informazioni utili

Per i cittadini italiani basta il passaporto in corso di validità. Ai cittadini italiani non occorre alcun visto per entrare in Messico. È sufficiente, per un soggiorno fino a 90 giorni, la carta turistica (tarjeta de turista) rilasciata senza difficoltà dal governo messicano (la si compila normalmente in aereo; chi viaggia via terra deve invece richiederla alla frontiera). I cittadini italiani che intendano trattenersi in Messico per un periodo superiore a 90 giorni possono richiedere un'estensione in loco per una permanenza massima complessiva di 180 giorni, che viene concessa a discrezione del funzionario preposto. Questo visto può essere richiesto prima della partenza presso un Consolato (di persona oppure per via postale). I viaggiatori di età inferiore a 18 anni non accompagnati da entrambi i genitori devono essere provvisti di una lettera autenticata firmata dalla madre e dal padre che permetta al minore di entrare in Messico da solo o con un solo genitore. In caso di genitori divorziati, è necessario anche un documento di custodia. Se uno o entrambi i genitori sono morti o se il minore ha un solo genitore legale, è richiesta una dichiarazione autenticata .
Per guidare è sufficiente la patente italiana.
La moneta è il nuovo Peso Messicano o Nuevo Peso che non è reperibile in Italia; può essere cambiata partendo da Dollari USA o EURO presso tutte le banche, nelle casas de cambio e nei principali hotel.

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Da non perdere...

Lo Zócalo


  Lo Zócalo

È il cuore della città, e così è stato dal 1529. Sul lato sud della piazza c'è l'edificio che ospitava gli uffici statali, sul lato nord si trova la Cattedrale di Oaxaca, che risale al 1535. Lo Zócalo è un luogo d'incontro, di relax, dove si può trovare un lustrascarpe, o godere di una performance musicale. Un certo numero di caffè circondano lo Zócalo e stare seduti ad un tavolo sul marciapiede a guardare le attività in piazza è un passatempo molto popolare.
Lo zócalo è anche il luogo dove si svolgon frequenti manifestazioni e proteste politiche.

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   La Cattedrale

La Cattedrale di Oaxaca si trova sul lato nord dello zócalo. La costruzione della Cattedrale iniziò nel 1535. È costituito di pietra verde, in stile barocco, a pianta basilicale. La Cattedrale cattolica è riccamente decorata all'interno e scolpita all'esterno.

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La Cattedrale


La Chiesa di S. Domingo


  La Chiesa di S. Domingo

La Chiesa ed ex convento di Santo Domingo de Guzmán è il più importante dei numerosi edifici ecclesiastici barocchi a Oaxaca. Il complesso di edifici comprende un santuario e un vasto sistema di cortili e chiostri, e le stanze che precedentemente costituivano il monastero. Oggi la struttura comprende un museo contenente un'importante collezione di reperti pre-Colombani, tra i quali il contenuto della Tomba 7 del vicino sito di Monte Albán.
L'ex convento è ora un giardino etnobotanico, che contiene una grande collezione di piante native della regione.
L'ingresso alla chiesa e al museo è in una vasta piazza, che funge da ritrovo per feste e altri spettacoli. Si trova a circa mezzo chilometro a nord rispetto alla piazza centrale della città, la Zócalo; la strada che li collega è un viale pedonale, per cui è un luogo popolare sia tra i turisti che tra i residenti che ci vanno per passeggiare.
Come implica il suo nome, sia la chiesa che il convento sono stati fondati dall'Ordine domenicano. I lavori sono iniziati nel 1572 e durati 200 anni. Il monastero è stato attivo dal 1608 al 1857. Nel periodo della guerra rivoluzionaria, gli edifici sono stati utilizzati a scopo militare, dal 1866 al 1902 è servito come caserma. La chiesa è stata restaurata per l'uso religioso nel 1938, ma il monastero è stato messo a disposizione della Università Autonoma di Benito Juárez di Oaxaca. Nel 1972 divenne un museo regionale, e nel 1993 fu presa la decisione di effettuare un completo restauro, completato nel 1999. dopo il restauro le decorazioni interne comprendono abbondante uso di foglia d'oro.

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  Monte Albán

Nella valle di Oaxaca, al confine con i territori maya, nasce nella seconda metà del I millennio a.C. un sito spettacolare, un centro cerimoniale zapoteco, chiamato più tardi dagli spagnoli Monte Albán, costruito a circa 2000 metri di altitudine su uno sperone roccioso circondato da montagne. Il complesso cultuale emerge come una nave di pietra dalla vallata, delimitato sul lato nord e sul lato sud da due alte piramidi e incorniciato da palazzi, piattaforme e un grande campo per il gioco della pelota, tutti costruiti sul ciglio del promontorio. Al centro dell'area sacra vi sono numerose strutture in pietra, tra cui un osservatorio, legato alla compilazione del calendario zapoteco che contava 260 giorni.
Il centro cerimoniale ed i palazzi costruiti sul ciglio del promontorio erano frequentati esclusivamente dai sacerdoti e dai nobili della teocratica società zapoteca. Di particolare importanza doveva essere l'edificio dei Danzantes che risale al periodo di Monte Albán III (300-700 d.C. circa) e che venne chiamato così per la presenza di numerose lastre istoriate con personaggi nudi che eseguono movimenti di danza.
Le piramidi furono costruite secondo la tecnica del "talud-tablero", vale a dire con pareti oblique intervallate da ripide pareti incorniciate da lastroni, ed erano coperte di stucco dipinto e adorne di rilievi e sculture. Dei templi che coronavano la sommità delle piramidi, riservate esclusivamente ai sacerdoti, non è rimasta traccia.
Un mistero circonda l'osservatorio che gli archeologi chiamano Edificio J e che risale al III sec. d.C.: spostato di 45 gradi rispetto al nord, è stato costruito a forma di punta di freccia con un corridoio interno e ricoperto di lastre, di cui alcune recano graffiti e rilievi geometrici e figurativi. Per la sua particolare ubicazione rispetto alla rigida composizione nord-sud dell'area sacra, si pensa che l'edificio fosse legato alle osservazioni astronomiche.
Nel 1932 gli archeologi messicani Alfonso Caso e Ignacio Bernal fecero una scoperta clamorosa a Monte Albán: riportarono alla luce una sepoltura, la Tomba 7, risalente al periodo mixteco e rimasta inviolata: al suo interno trovarono un vero e proprio tesoro, maschere e pettorali d'oro, perle, giade, ossidiane, turchesi, ambre, argenti e cristalli di rocca, miracolosamente sfuggito alle avide mani dei conquistadores che avevano distutto e saccheggiato la città alla fine del 1521. La tomba risale al periodo zapoteco classico, ma il ricco corredo funerario appartiene per la maggior parte all'epoca mixteca. La lavorazione dei gioielli con la tecnica della filigrana e l'incrostazione di turchese è l'arte nella quale i Mixtechi furono maestri indiscussi e le loro opere erano ammirate e ambite da tutti i popoli della Mesoamerica.Tali reperti sono oggi al Museo Archeologico della città di Oaxaca.

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Monte Albán


Mitla


  Mitla

Il sito archeologico di Mitla è situato nei pressi del villaggio di San Pablo Villa de Mitla, circa 40 Km dalla città di Oaxaca . All'arrivo degli spagnoli, Mitla era il maggiore centro abitato della regione. Dell'antica città precolombiana restano cinque nuclei distinguibili, i principali dei quali sono il nucleo delle Colonne e il nucleo della Chiesa. Di architettura simile, entrambe le strutture sono composte da cortili circondati da palazzi. Sotto gli edifici, riccamente decorati e affrescati, si trovano numerose tombe.
La città, importante centro religioso di origine zapoteca, ebbe il suo periodo di massima fioritura attorno al 1300. Quando vi giunsero gli spagnoli, nei primi decenni del XVI secolo, era passata sotto il dominio dei mixtechi. Accanto alle vestigia precolombiane si trova una cattedrale di epoca coloniale.

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      Enrico Orizio - www.ericviaggi.altervista.org